giovedì 12 giugno 2014

Verbale incontro di Martedì 10 Giugno 2014




In data 10 Giugno 2014 alle ore 16.30 ha inizio la riunione conclusiva del primo anno per il progetto LSS, con il seguente ordine del giorno:



a) esito del monitoraggio relativo al primo anno di finanziamento del progetto LSS

b) rendicontazione del percorso svolto per ogni ordine di scuola

c) confronto e proposte per il prossimo anno.



I docenti presenti sono: Laura Zecchini, Paola Palmerini, Tiziana Biagiotti, Maria Grillo, Stefano De Santis, Lucia Lavuri, Ester Fagni, Francesca Melani, Silvia Niccolai.



a) Come previsto dall’ordine del giorno, la prof.ssa Tiziana Biagiotti riferisce l’esito del monitoraggio LSS avvenuto in data 22 Maggio. Il lavoro svolto è stato valutato positivamente:

- interessante il blog, anche perché si tratta della prima esperienza di diario di bordo direttamente on-line, quindi fruibile da chiunque;

- alto numero di ore dedicate alla formazione, quindi alto interesse della Dirigente e dell’Istituto per il progetto e la formazione;

- consistente numero di docenti che hanno aderito e partecipato agli incontri.

In occasione del monitoraggio, ci è stato suggerito di conservare la documentazione di percorsi -che alcuni docenti hanno già sperimentato- per il secondo anno LSS, in cui è chiesta particolare attenzione alla sperimentazione, piuttosto che alla formazione. L’insegnante Tiziana Biagiotti è stata invitata a contattare con maggiore insistenza il tutor assegnato dalla Regione Toscana, Prof. Ezio Menchi, che tra l’altro potrebbe/dovrebbe anche offrire il suo contributo proprio sulla didattica della fisica.



La prof. Tiziana Biagiotti riferisce inoltre che in seguito alla contrattazione tra RSU e dirigente è stato stabilito un compenso economico per ogni docente che ha partecipato al progetto. I dettagli economici saranno poi riferiti dalla Dirigente Scolastica Angela Desideri durante il Collegio Docenti di fine Giugno.



b) Scuola dell’Infanzia, docente Francesca Melani: molto operativa e divertente la formazione di fisica, ma carente di stimoli per il proprio ordine di scuola; poco stimolante la formazione di matematica, soprattutto perché carente di proposte di attività concrete; alcuni colleghi hanno già sperimentato tuttavia alcune idee suggerite durante gli incontri, traendone soddisfazione ed entusiasmo, ma mostrando la necessità di proporre tali attività solo per piccoli gruppi.

Scuola primaria, docente Ester Fagni: valida la proposta del prof. Brunelli di utilizzare quesiti INVALSI o del Rally Matematico Transalpino come punto di partenza per abituare gli alunni ad affrontare questioni problematiche, ma esiste la necessità di incontri che propongano percorsi didattici operativi e immediatamente fruibili dagli alunni.

Scuola primaria, docente Stefano De Santis: validi gli incontri con il prof. Brunelli, che anche dal comportamento mostrava una metodologia didattica da riutilizzare nelle proprie classi; troppo tempo dedicato alla rendicontazione di percorsi didattici svolti da colleghi e ristretto il tempo dedicato alla presentazione di nuove attività da sperimentare.

Scuola secondaria, docente Laura Zecchini: utili gli incontri del Prof. Brunelli che hanno posto l’attenzione sul problem solving, suggerendo anche nuove attività da sperimentare; interessante il confronto immediato con i colleghi che hanno riferito di attività sperimentate nelle proprie classi; anche per questo ordine di scuola sarebbero comunque molto utili incontri più coinvolgenti con proposte concrete di attività immediatamente fruibili nelle classi.



La prof.ssa Tiziana Biagiotti riferisce che il Prof. Brunelli ha apprezzato molti dei percorsi documentati da docenti dell’Istituto, sottolineando che progetti tipo LSS hanno la loro efficacia dove già esistono insegnanti capaci di mettersi in discussione, così da coinvolgerne altri. Aggiunge inoltre che, secondo lei, l’esperienza di formazione sia di matematica che di fisica è stata nel complesso interessante e stimolante. Vista l’esiguità delle ore di formazione -rispetto al numero di docenti e alle diversità di questi stessi- riconosce la necessità di saper trarre dagli incontri piccoli e semplici spunti da condividere con i colleghi per costruire autonomamente percorsi didattici adatti alle proprie esigenze. Sottolinea che obiettivo principale di questo primo anno del progetto è aver almeno intuito cosa si intenda per metodo laboratoriale: non svolgere semplicemente esperimenti, nè eseguire pedissequamente problemi ripetitivi del testo di matematica, né lavorare solo con fotocopie riguardo la scuola dell’infanzia, ma piuttosto proporre questioni problematiche anche reali da far risolvere agli alunni stessi, lasciando che loro stessi trovino una regola, una definizione, una regolarità. Ogni docente deve quindi formarsi anche autonomamente sui contenuti, per sapersi poi mettere in gioco con la classe con attività stimolanti. La costituzione di un gruppo permanente di insegnanti, che si confrontino sui contenuti, ma soprattutto sulle attività metodologiche per presentare tali contenuti rappresenta una condizione necessaria e indispensabile per attuare un metodo laboratoriale, fenomenologico, costruttivo.



c) Dopo un ricco confronto sulle necessità dei diversi ordini di scuola, per il secondo anno LSS sono state previste le seguenti azioni.

Ø Due incontri per la definizione dei nuclei fondanti di matematica per ciascun ordine di scuola: entro la prima metà di Settembre un primo incontro tra docenti dello stesso ordine di scuola per definire i nuclei fondanti, gli argomenti principali, i traguardi comuni da condividere con i docenti degli altri ordini; nella seconda metà di Settembre un secondo incontro tra docenti infanzia-primaria e uno primaria-secondaria per confronto ai fini di un curricolo in verticale.

Ø Sulla base delle esigenze emerse dai primi due incontri, nel mese di Ottobre:

- formazione di matematica con prof.ssa Antonella Castellini o prof. Brunetto Piochi, con esempi pratici di attività da svolgere con gli alunni per i tre diversi ordini di scuola;

- formazione di fisica con un esperto quale prof. Ezio Menchi, tutor della nostra scuola per LSS, per definire i nodi concettuali di fisica -necessari per preparazione adeguata degli studenti alla fisica della Scuola Secondaria di II grado- e per poter utilizzare praticamente quanto presentato in questo anno dal Dott. Samuele Straulino;

- formazione di scienze con Prof. Carlo Fiorentini, Presidente del CIDI di Firenze e membro della segreteria nazionale della stessa associazione, da molti anni opera nel campo della ricerca didattica e della formazione degli insegnanti.



Ø Incontri mensili del gruppo di lavoro docenti per sperimentare percorsi sulle proprie classi, anche in continuità tra i tre ordini di scuola.



L’incontro termina alle ore 19.00 circa.



lunedì 12 maggio 2014

Verbale 3^ Incontro di formazione sulla didattica della matematica- Scuola Secondaria - 9 Maggio 2014



Come consuetudine il Prof. Brunelli inizia la lezione con la comunicazione di date e luoghi di incontri che nei prossimi mesi animeranno i corsi di aggiornamento e formazione sulla didattica della matematica in varie regioni italiane. L’invito di Brunelli a partecipare il più possibile a corsi e convegni ha come obiettivo ultimo la formazione del docente che deve sempre rimanere centrale.

L’acquisizione di nuovi strumenti e strategie didattiche è fondamentale per costruire un curricolo di matematica interessante, accattivante, vivo e comunque coerente con le Indicazioni Nazionali. Ben altra cosa è la trasposizione didattica: non è facile trasferire ciò che sappiamo e impariamo ai nostri ragazzi. Si riflette su come l’insegnamento è e deve essere un processo creativo e complesso che vede protagonista l’insegnante che agisce sul Sapere per trasformarlo in un sapere da insegnare adatto ai propri allievi.
Il prof. Brunelli ancora una volta ribadisce con forza che uno dei punti deboli degli studenti italiani sia la matematizzazione: gli alunni messi davanti ad una situazione problematica hanno molta difficoltà a capire quale operazione utilizzare per risolverlo. Quello che durante questi incontri di formazione ci appare ben chiaro è che occorre agire sul piano metodologico, occorre partire da situazioni problematiche. Fare matematica significa risolvere problemi ed i problemi sono situazioni nuove per affrontare le quali non si possono usare solo schemi o meccanicismi appresi ma si richiede l’attività dell’intelligenza nei suoi vari aspetti come intuizione, immaginazione,progettazione, ipotesi, deduzione, verifica…

La discussione si anima e l’intervento di un insegnante di sostegno appare significativa e condivisa.Vanno presentati agli studenti problemi significativi, complessi, tratti dal mondo reale o costruiti in modo realistico, strutturati in modo tale da interessarli e coinvolgerli: il testo deve catturare la lorocuriosità, il lessico deve essere comprensibile e ben codificabile.
La parola passa ad una collega che nella propria classe ha proposto un’attività di problem solving:”La pioggia di cavallette in Lombardia”. Lo spunto per tale attività è un quesito della competizione“Matematica senza frontiere”. Il problema richiede di calcolare il numero di cavallette che nasceranno nell’anno 2008 a partire da una cavalletta che nel 2006 ha dato alla luce 4 cavallette da ognuna delle quali nasceranno altre 4 cavallette e così via. Su invito del prof Brunelli ci dividiamo in gruppi di due e risolviamo il problema. Viene poi data la parola a tutti per esporre il proprio modo di ragionare e operare per risolvere tale problema. Le strategie sono diverse: un problema può essere risolto in vari modi e è utile apprendere il punto di vista degli altri. Poi la collega illustra e ci mostra come i suoi alunni hanno risolto il problema: si discute, si riflette, si impara da ciò che scrivono gli alunni.
La lezione si conclude con un problem solving che Brunelli propone a noi insegnati, lo stesso che gli si era presentato la mattina a scuola in seguito alla comunicazione dei risultati di una gara di matematica alla quale le sue classe avevano partecipato. I ragazzi volevano sapere quale classe si fosse classificata meglio: la 1^B arrivata ottava su 135 partecipanti o la 2^B arrivata diciannovesima su 152 partecipanti? Il problema era reale e interessava gli studenti perché ne erano davvero protagonisti. Situazioni così vanno cercate e alimentate. Anche in questo caso le soluzioni proposte sono diverse e più soluzioni si trovano e più si impara a trovarne, un po’ perché ci si rendedavvero conto di come funzionano le cose un po’ perché si diventa più esperti sul come si possonotrovare.


Laura Zecchini, docente Scuola Secondaria

mercoledì 16 aprile 2014

Verbale 2^ Incontro di Matematica con il professor Fabio Brunelli - 14 Aprile 2014

Il giorno 14 aprile alle 15,00 ci siamo ritrovati per il terzo incontro di formazione di matematica.
L’incontro è iniziato con i “compiti per le vacanze”: il prof. Brunelli ha scritto sulla lavagna una serie di date, a partire da Giugno fino a Settembre-Ottobre, di convegni sulla didattica della matematica che si terranno in località in tutta Italia, suggerendoci di partecipare per una bella vacanza in compagnia
della matematica (magari!).

Ha chiesto in un secondo momento se qualcuno di noi avesse provato a svolgere delle attività in classe. Una collega  ha quindi riferito di aver proposto ai suoi alunni di classe prima il “Numerando” della scorsa lezione ed commentato la sua esperienza.

Successivamenteci ha consegnato la seguente immagine in bianco e nero. Ci ha chiesto di disegnare l’albero di questa barchetta cercando di trovare una strategia per posizionarlo al centro della barchetta stessa e di lunghezza pari a quella della barca. Ognuno ha utilizzato strategie differenti.

Raccomandazione per tutti i partecipanti: documentare tutto il lavoro svolto appena possibile!!!!

L’attività “L’albero maestro” è ben documentato nel piano Mat@bel, sulla
piattaforma INDIRE. Protagonista del percorso è appunto l’altezza di poligoni,
presentata sempre e comunque con attività di problem solving, parola d’ordine
di questo corso di formazione.
Paola Palmerini, docente di matematica e scienze

venerdì 4 aprile 2014

Verbale 1^ incontro Matematica del 2 Aprile 2014 – Scuola Secondaria

Il giorno 2 aprile alle 15,00 ci siamo ritrovati per il secondo incontro di
formazione di matematica.
Il prof. Brunelli ha esordito con una frase: “l’appetito vien mangiando”,
dopodichè ci ha proposto un problema tipo “Numerando” tratto dalle semifinali
internazionali dei Giochi Pristem Bocconi: ottenere esattamente 100 dalle cifre
1 2 3 4 5 6 7 utilizzando solo quattro segni +. Trovata una soluzione ci ha
chiesto di riflettere sulla strategia utilizzata, per condividerla con gli altri, e
quindi stabilire se esistessero altre soluzioni.

Ci siamo quindi cimentati in un altro problema simile, tratto sempre dai Giochi
della Matematica Bocconi: formare esattamente 190 con le stesse cifre
precedenti, ma utilizzando solo tre segni +. Anche in questo caso abbiamo
condiviso la strategia risolutiva e verificato l’unicità o meno delle soluzioni.
Ci ha poi mostrato il sito ufficiale INDIRE dicendoci di andare a cercare PQM in
risorse per docenti.

In questo sito sono dettagliate numerose proposte di attività per una scuola di
qualità, dalle quali è possibile prendere spunto per le nostre lezioni in classe.
Ha scelto tra queste l’attività intitolata “Misuriamoci” e ci ha proposto di
iniziare a misurarci reciprocamente. Ognuno ha seguito il suo metodo, più o
meno fantasioso, per cercare di ottenere misure il più possibile corrette.

Poi abbiamo fatto i rapporti tra le misure prese e ci siamo resi conto che,
nonostante la nostra corporatura fosse molto differente, i rapporti venivano
tutti molto vicini, a testimonianza del fatto che c’è in noi una certa armonia di
proporzioni.

Paola Palmerini, docente matematica e scienze

giovedì 20 marzo 2014

La Torre di Babele: primo incontro di formazione sulla didattica della matematica


Impressione a caldo: divertente, stimolante, accattivante. Gli stessi tre aggettivi che potrei utilizzare per definire l’intervento e la personalità del Prof. Fabio Brunelli, il docente che ci accompagnerà per diversi incontri.

Come in ogni buon corso di formazione ci si presenta.
Lui ci illustra brevemente la sua esperienza: una curiosa, ma significativa, parabola all’inverso: da docente all’Università, a professore di scuola secondaria di secondo grado e poi di primo; assiduo frequentatore di corsi di formazione e aggiornamento, in veste sia di formatore che di insegnante in formazione (sarà questa la famosa formazione continua?), non scrive libri…Il tipo mi piace,  mi conferma nell’idea che la matematica è una cosa viva e reale, ed il suo insegnamento si nutre e si muove nella realtà che ci circonda.
Tocca a noi il giro di presentazione, incalzati dalle sue domande e dalle sue battute sulle nostre risposte; qualcuno è quasi intimorito da  questo suo modo di fare: sembra di essere tornati sui banchi di scuola (effettivamente ci siamo sempre), in attesa dell’interrogazione…

Anche questo mi piace, perché riesce a zittire il chiacchiericcio che spesso c’è in queste situazioni, e a catturare la curiosità e l’interesse per chi ci sta intorno e per quello che dice; scopriamo diverse ex studentesse del professore alla SSIS.

Successivamente ci propone di scrivere ciascuno quelle che sono le proprie aspettative riguardo questi incontri di formazione/aggiornamento, e di leggerli tutti insieme, in una sorta di brainstorming. Emergono delle frasi, esigenze comunemente sentite, che Brunelli puntualizza usando delle parole chiave, individuate nei nostri messaggi.
Ecco quelle che più mi hanno interessato:
MATEMATICA COME GIOCO, quindi divertente e coinvolgente, in contrasto con quella noiosa e ripetitiva che viene proposta nei testi scolastici (ma non sono dei semplici strumenti?);
DIDATTICA LABORATORIALE che, ci viene chiarito, è una metodologia didattica che presuppone un’interazione attiva di tutti i partecipanti alle lezioni, per la realizzazione di attività pratiche, che implichino abilità e conoscenze matematiche;
DIDATTICA SEMPLICE, quella che dovrebbe renderci capaci di avviare, creativamente, ognuno con un personale stile di insegnamento, i nostri studenti alla complessità della realtà fisica che li circonda, e che presuppone quindi la nostra conoscenza, la metacognizione, della natura e delle regole che si celano dietro formule, algoritmi e definizioni.

Brunelli parla di etnomatematica, di quei concetti comuni e connaturati, patrimonio di tutte le culture, che li declinano con diversi linguaggi:
        CONTARE, LOCALIZZARE, MISURARE, DESIGN, GIOCARE, SPIEGARE.
  
E mentre l’attenzione è viva, parte il compito…
Ritrovare queste parole, o i concetti, nelle indicazioni curriculari del ’91, relative ai campi di esperienza educativa, relativi a SPAZIO, ORDINE , MISURA.
Vabbe’, si può fare: è propedeutico ad una definizione epistemologica, ed una ristrutturazione contenutistica dell’insegnamento della matematica.
Sono parole grosse, ma utili per farci riflettere sulle competenze che dobbiamo costruire e connettere, valutabili soprattutto attraverso il problem solving.

Ci indica un tipo di prove ed attività che lui ritiene valide, quelle del Rally Matematico Transalpino e dell’Invalsi, mettendoci però in guardia dalla tentazione di farne solo un allenamento intensivo; accanto ad esse vanno costruite un insieme di buone pratiche comuni, corredate da una solida documentazione che ci aiuti a diffonderle, per costruire gradualmente, nel corso degli anni, la nostra Torre di Babele…Già, cos’era la Torre di Babele? Giro di domande. Ricordi e tradizioni frammentarie e confuse ci permettono di ricucire la storia della Biblica Torre, atto ambizioso e superbo di innalzarsi sino alla conoscenza, vanificato dalla confusione dei linguaggi. Per ora meglio tanti nostri piccoli, solidi mattoncini di attività ben strutturate e documentate da condividere, per cercare di costruire il famoso curricolo in verticale. Brunelli ci invita a portarne sin dal prossimo incontro. Un altro compito…

E poi un bel problema!
Da una prova dell’ARMT, ci sottopone il Cuore di Martina, una bella e semplice simmetria assiale che dobbiamo interpretare, per stabilire e comparare l’estensione delle superfici che la compongono. C’è in gioco la visione geometrica, la capacità di vedere isometrie, equiscomposizioni, simmetrie, rotazioni e ribaltamenti, congruenze. Ognuno utilizza uno o più metodi e strategie, conoscenze o abilità per analizzarlo e risolverlo. Ce la facciamo tutti! La prova segue un protocollo: ha un’analisi a priori delle competenze che vengono attivate nella sua risoluzione, un punteggio basato soprattutto sulla valutazione delle procedure e dell’argomentazione (chiaramente indicati), e offre la possibilità di testarla con diverse classi, anche con i bambini della scuola dell’infanzia.


Ci stimola e ci piace, ci fa scambiare idee e considerazioni, fino a quando…sono passate due ore!

Stefano De Santis, docente di scuola primaria

lunedì 17 marzo 2014

Elementi di forza e di criticità



Oggi 13 Marzo 2014 ci siamo riuniti, docenti di ogni ordine e grado del Comprensivo, per confrontarsi sugli elementi di forza e di criticità al termine del percorso di fisica.

SCUOLA PRIMARIA

PUNTI DI FORZA:
-         Il professore è riuscito a coinvolgerci trasmettendoci la sua passione per la disciplina e facendoci capire l’importanza di una metodologia di tipo costruttivista e di una didattica laboratoriale, spesso surclassata da modelli nozionistici e conservatori. Ho riflettuto molto su come sia fondamentale, soprattutto nell’ambito del sapere scientifico, presentare attività con elementi di problematicità, dove sia possibile formulare più ipotesi plausibili e discuterne insieme per costruire una conoscenza personale che vada oltre i contenuti proposti dai libri di testo. Il laboratorio deve provocare una dissonanza con ciò che gli alunni già conoscono per motivarli a procedere nello studio e nell’apprendimento;
-         sono state proposte idee creative e vicine all’esperienza degli alunni (es. attività con le bolle di sapone per spiegare la tensione superficiale dei liquidi, il disco a cuscino d’aria per osservare il moto di un oggetto in assenza di attrito…);
-         è stata sottolineata l’importanza di un linguaggio specifico e rigoroso nell’insegnamento delle scienze e ciò mi ha portato a pensare di poter progettare percorsi didattici sul lessico scientifico (es. misurare e calcolare spesso vengono usati erroneamente come sinonimi, ma hanno una valenza ben diversa).
CRITICITÀ:
-         L’esiguità delle ore di laboratorio data la notevole quantità delle tematiche affrontate;
-         esperienze così interessanti per la didattica nella scuola primaria avrebbero dovuto essere supportate da una base teorica che desse l’opportunità di affrontare in classe le tematiche in questione con più sicurezza, data la preparazione talvolta lacunosa di noi docenti. Invece, molti contenuti e aspetti sono stati tralasciati o dati per scontati ed alcuni di essi erano notevolmente elevati per in grado di scuola (es. incertezza o errore nelle misure sperimentali, concetti di densità e massa…). Una possibile soluzione potrebbe essere quella di essere noi docenti a proporre gli argomenti da trattare, riducendone in primis la quantità e la complessità.
-         la descrizione di alcune esperienze è risultata carente di informazioni; ad esempio la costruzione di un cannocchiale in classe può essere estremamente stimolante per gli alunni, ma non è stata fornita alcuna indicazione sulla gradazione delle lenti.

RIFLESSIONI su attività proposte:
A mio avviso nell’ottica di un sapere trasversale si possono attuare diverse delle esperienze proposte.

  •   Prendendo spunto dall’esperienza sull’osservazione delle oscillazioni di un pendolo si potrebbe progettare la costruzione di un orologio (a pendolo), che potrebbe essere prevista all’interno di un percorso interdisciplinare che coinvolga lo studio della storia, delle scienze e della tecnologia.            Un’attività del genere comporta una suddivisione della classe in piccoli gruppi e la presenza di variabili non trascurabili, come ad esempio l’importanza della precisione e della concentrazione nell’individuare il ritmo oscillatorio del pendolo per non incorrere in errori. Di conseguenza, il dover procedere ad una serie indefinita di tentativi e registrazioni  potrebbe generare impazienza e disinteresse negli alunni.
  • La costruzione di un cannocchiale coinvolgerebbe lo studio della storia, delle scienze e della tecnologia. Il metodo scientifico sperimentale spiegato attraverso gli occhi di colui che lo ha inventato, approfondendo quindi il profilo psicologico e la biografia di Galileo, è sicuramente un’attività stimolante e volta a generare apprendimenti significativi negli alunni.


Docente Scuola Primaria
Silvia Niccolai

SCUOLA SECONDARIA I GRADO


ELEMENTI DI FORZA:
- fattibilità di alcune attività che ci sono state proposte, tra cui la misura della densità di cubi uguali di materiali diversi; attività utile per confrontare densità e peso specifico, massa e peso, oltre che per collegarsi con la spinta idrostatica e il principio di Archimede;
- Variazione dei fattori di scala: se si cambiano le dimensioni di un oggetto il volume e la massa del corpo cambiano con una relazione funzionale diversa da quella lineare. Se questa cosa era chiara per quanto riguarda il volume, nessuna di noi aveva mai riflettuto sulla massa e tantomeno fatto riflettere i propri alunni.
 ELEMENTI DI CRITICITÀ 
Durante tutto il percorso è stata posta estrema importanza alla precisione delle misure sperimentali e all’indeterminatezza connessa all’errore. Se da una parte è importante far capire agli alunni che tutte le misure sperimentali non sono esatte, non ci sembra opportuno introdurre la teoria degli errori a questo livello scolare. 

Docente di matematica e scienze, Scuola Secondaria
Paola Palmerini

giovedì 27 febbraio 2014

Fisica: secondo e terzo incontro di formazione (19 e 26 Febbraio 2014)




 SCUOLA SECONDARIA 

Dopo la prima lezione introduttiva comune ai tre ordini di scuola, il percorso formativo di fisica prevedeva due incontri di laboratorio didattico distinti per ogni livello scolare.  Noi insegnanti di scuola media siamo stati coinvolti in due esperienze laboratoriali che hanno riguardato la misura e gli errori associati ad essa. Il tema della misura è sicuramente centrale nel processo di insegnamento e sebbene già previsto nella scuola primaria è fondamentale riproporlo al nostro livello scolare con esperienze dirette, attività che non possono essere svolte sul libro di testo o comunque stando seduti nei banchi ma che devono coinvolgere direttamente i bambini nell’utilizzo di comuni strumenti di misura quali bilance, calibro, cronometro. Ciò diventa fondamentale per comprendere come ogni misura nella realtà sia sempre soggetta a errori, anche gli strumenti più moderni non permettono di eliminarli completamente, al massimo di limitarli. La parola “errore” non deve far pensare ad uno sbaglio, ma deve assumere il significato di incertezza da associare alla misura. Nessuna grandezza fisica può essere determinata con precisione assoluta ma è sempre affetta da una incertezza. La precisione della misura e’ data dall’errore di sensibilità dello strumento.
L’approccio operativo del laboratorio ha favorito l’istaurarsi di un clima disteso, collaborativo e di scambio nel quale noi insegnanti ci siamo sentiti i veri protagonisti della lezione. Ci siamo divisi in due gruppi di lavoro e abbiamo svolto due esperienze sotto l’occhio vigile del docente del corso il Dott. Straulino. Un primo gruppo ha eseguito misure dirette e indirette quali misure di massa,volume e densità di solidi e verificata la spinta di Archimede; l’altro gruppo ha eseguito misure di tempo mediante la costruzione di un pendolo. Nel corso del 2^ incontro ciascuno dei due gruppi ha svolto l’esperienza dell’altro.

Attività 1: Misure di massa, volume e densità di solidi

I solidi che avevamo a disposizione erano regolari e irregolari. C’erano cubi di ugual volume ma di materiali diversi quali rame, alluminio e ottone e sassi di forma irregolare.
Per prima cosa abbiamo determinato la misura dello spigolo dei cubi con un righello e poi con un calibro (sensibilità 0,05 cm) e abbiamo così calcolato il loro volume. Abbiamo poi misurato la massa dei cubi con una bilancia digitale con sensibilità 0,1g. Abbiamo infine calcolato il rapporto tra massa e volume osservando che a parità di volume varia la densità che è quindi caratteristica e costante per ogni materiale. Il dott Straulino ci ha fatto notare che l’errore che viene compiuto in una misura diretta si propaga poi alle misure indirette come può essere il volume (gli errori in questo caso vengono sommati).
Per i solidi irregolari avevamo a disposizione alcuni sassi di cui abbiamo misurato la loro massa con una bilancia digitale mentre la misura del volume è stata ottenuta per mezzo di un recipiente contenente acqua. Abbiamo immerso il sasso nel recipiente e abbiamo raccolto in un cilindro graduato la quantità di acqua che fuoriusciva. La misura del volume avviene direttamente tramite la lettura del livello di acqua raccolto e anche l'incertezza sulla misura è data dalla sensibilità della scala graduata. Il volume può essere anche misurato in litri (1 litro = 1 dm3).
Con strumenti comunemente reperibili in qualsiasi laboratorio scolastico si può facilmente osservare e far osservare ai nostri ragazzi ciò che intuì Archimede più di 2000 anni fa cioè che un corpo, entrando in un recipiente pieno d’acqua, fa traboccare una quantità di liquido uguale al volume immerso. Il vantaggio di tale metodo è che la misura di volume può essere fatta anche per solidi irregolari, purché non solubili o danneggiabili in acqua.
Abbiamo infine misurato con il metodo di immersione di Archimede il volume dei cubi per confrontarlo a quello calcolato. Abbiamo costatato che il volume di acqua traboccata non è esattamente uguale al volume calcolato ciò potrebbe turbare i ragazzi ma rientra comunque nell’incertezza sperimentale che avevamo previsto con l’uso degli errori. Ed ecco la necessità di ribadire agli studenti che ogni misura sperimentale deve essere accompagnata dall’errore ed è perciò indispensabile saper individuare la sensibilità dello strumento di misura utilizzato.
Curioso è stato notare che il volume di acqua raccolta si avvicinava molto di più al volume calcolato quando aggiungevamo all’acqua qualche goccia di sapone. Il sapone, infatti, facendo abbassare la tensione superficiale dell’acqua, fa aumentare la bagnabilità dell’acqua stessa che, aderendosi meglio al solido, fuoriesce meno all’esterno.
























Attività 2: Misura di tempo e costruzione di un pendolo.

L’esperienza prevedeva la costruzione di un pendolo che avesse un periodo di 1 secondo (entro l’1%) mediante una serie di misure  ripetute del suo periodo.



Abbiamo costruito un pendolo semplice utilizzando un’asta rigida con sostegno alla quale abbiamo attaccato un filo inestensibile alla cui estremità abbiamo fissato una sferetta metallica. Questo sistema apparentemente banale è stato reso celebre dall’impegno sperimentale e teorico profuso da Galileo Galilei che ne ha correttamente descritto la proprietà principale ovvero l’isocronismo.
Dopo aver montato il pendolo lo abbiamo fatto oscillare e con un cronometro (sensibilità 1 centesimo di secondo) abbiamo preso la misura di dieci oscillazioni per quattro volte. Il periodo del pendolo è l’intervallo di tempo impiegato per compiere una oscillazione completa (da sinistra a destra e ritorno) e solo con un po’ di pratica siamo riusciti a eseguire misure piuttosto corrette. Abbiamo così calcolato il valore di ogni singola oscillazione dividendo il valore di ogni singola misura per 10.

Variando la lunghezza del filo e ripetendo la misura del suo periodo siamo giunti dopo alcuni tentativi a tararlo correttamente.
Il periodo del pendolo dipende solo dalla lunghezza del filo e non dalla massa. Fissando all’estremità masse diverse lo abbiamo infatti verificato. Nell’ambito dell’insegnamento della fisica, il laboratorio svolge sia la funzione di scoperta che di verifica e favorisce la comprensione dei concetti e delle leggi fisiche fornendo agli studenti una immagine adeguata della realtà.



La semplicità di questi esperimenti permette di poterli riprodurre facilmente in classe. L’approccio laboratoriale permette ai ragazzi di impadronirsi delle relazioni esistenti in natura tra le varie grandezze fisiche coinvolte, e di arrivare ad una comprensione fisica dei fenomeni osservati.

















Docente di matematica e scienze, Scuola secondaria

Laura Zecchini




 SCUOLA PRIMARIA E INFANZIA

Primo incontro
 Materiali:
Pendoli: sfere con foro o con gancio,lenza, sostegno,cronometri, mandrino.
Bilancia:cubi di metallo,cilindrerei di metallo, sassi, calibro, righelli, bilancia 0.1 g, bilancia 0.01 g vaso di troppo pieno, cilindro.
I partecipanti sono stati divisi in due gruppi di lavoro.
Un gruppo ha condotto misure del periodo di oscillazione di un pendolo la cui lunghezza viene decisa dai componenti del gruppo. Di seguito determinazione della migliore stima e dell'incertezza di misura. Inoltre il gruppo ha tentato di costruire un semplice pendolo in grado di battere il secondo con la precisione dell'1 %, cioè 9.9 s <10 T <10.1 s.
L'altro gruppo ha operato con :
- misure di lunghezza e determinazione del volume: misure di volume di oggetti regolari (cubi) con righello e calibro e di oggetti irregolari (sassi) con vasi di "troppo pieno".
- misure di massa e di densità, uso di bilance a diversa Sensibilita (0.1 g; 0,01 g). Calcolo della densità degli oggetti e osservazione e discussione sulla consistenza dei risultati.

Secondo incontro
Sono stati effettuati esperimenti con l'acqua.
In particolare sulla:
-conservazione della massa : abbiamo verificato che dopo aver disciolto 30g di sale in 300 g di acqua il peso dell'acqua non è cambiato perché la massa si è conservata .
-tensione superficiale dell'acqua: immergiamo un fil di ferro circolare nella soluzione di acqua, detersivo e glicerina: bucando con un'asticella il centro del filo posto nel cerchio del fil di ferro, si forma una circonferenza più grande con il filo interno.
-soluzione di acqua e sale per permettere il galleggiamento: in 100 g di acqua aggiungiamo gradualmente il sale iniziando da 10 e poi aumentando di 10 g in 10 g . Dopo i vari tentativi, veifichiamo che occorrono 80 g di sale per far galleggiare un uovo.

Docente di Scuola Primaria
Sabrina Capecchi

venerdì 14 febbraio 2014

Fisica - Primo incontro di formazione



Ebbene è toccato a me…
Primo “verbale”, diario di bordo ad uso blog, dei Laboratori del Sapere Scientifico nell’Istituto Sestini di Agliana.

Mercoledì scorso, 12 Febbraio 2014, eravamo più di venti insegnanti dei tre ordini di scuola, un buon risultato per il nostro istituto, con la piacevole sorpresa delle insegnanti della scuola dell’infanzia.
Anche se non mi dovrei stupire: sono loro che introducono i bambini ai fenomeni.
Comunque non divago, non subito, pensiamo al verbale.

Tiziana Biagiotti ci illustra brevemente quella che sarà l’organizzazione del corso (compreso il presente diario) e poi ci presenta il Dott. Samuele Straulino.
Persona giovane, informale, docente universitario (sarà precario?); ci racconta un po’ della sua formazione, ma soprattutto delle esperienze da cui nasce la sua collaborazione con il nostro Istituto:  l’Open Lab di Sesto Fiorentino, dedicato alla divulgazione scientifica attraverso la didattica e le lezioni laboratoriali.
Mi segno il nome, quest’altro anno ci vado.

Proseguiamo con una serie di slide, discutendo su frasi di scienziati e filosofi riguardo i fenomeni, il modo scientifico di approcciarli e le implicazioni didattiche ed educative.
Devo dire la verità, non mi ricordo tutti i nomi, è un mio limite.
Galileo, quello si, l’ho studiato.
Ma mi ha colpito un passo (non mi ricordo di chi), tratto da una riflessione sulla professione di insegnante, Italia fine 800; dopo un’introduzione sulla penuria di risorse (materiali, di spazio, di tempo), invitava il buon docente a far di necessità virtù, facendosi bastare quello che c’era a disposizione intorno, perché la cosa più importante è la coscienza che i bambini vedono, ma non osservano. 
E’ li che possiamo e dobbiamo fregarli!
Catturare la loro attenzione e concentrazione, usando tutto quello che c’è attorno, perché noi conosciamo la natura delle cose ed il loro funzionamento; o se non del tutto, almeno siamo qui per saperne di più ed essere più sicuri in quello che insegniamo.

Samuele prosegue presentandoci alcuni lavori frutto di diverse tesi di laurea in Scienze della Formazione, con percorsi laboratoriali applicati alle scienze.
Potenza delle immagini!
E di qualcuno che sa illustrarle semplicemente,  perché conosce il lavoro svolto e soprattutto i fenomeni che descrivono.
L’attenzione si fa più viva, man mano che sullo schermo scorrono il cannocchiale galileiano realizzato in una scuola primaria, le esperienze riguardo le proprietà dell’acqua: la spinta idrostatica, la tensione superficiale con le bolle di sapone e con i tensioattivi.
Tiziana sfodera le capacità portentose del suo pepe.

Passiamo poi al moto e alle forze: la massa, l’accelerazione, la velocità, l’attrito e la sua riduzione. Gran successo per il disco a cuscino d’aria alimentato da un palloncino: subito riprodotto!
Sui pendoli ho visto qualche faccia più perplessa, c’erano in gioco diverse variabili.
Sul piano inclinato, l’accelerazione e la velocità, c’era la voglia di capire meglio: iniziavano ad esserci triangoli, frazioni e proporzioni, un territorio su cui la maggior parte si sentiva più a suo agio.
Sulla gravità e perché quelli di sotto non si accorgono di essere a testa in giù, eravamo tutti ferratissimi!

 
Sulla costruzione di strumenti di misura, la misurazione e l’incertezza che lega i due termini, ne abbiamo tutti conoscenza quando ripensiamo al: “Prof/Maestra/o a me non mi torna di qualche mm!”; e valli a rassicurare che è un più/meno, con quelle punte di lapis stondate e quei righelli dentati…
La spiegazione matematica dell’incertezza, con grafici e formule ha fatto però spalancare qualche bocca.

Per fortuna non siamo qui per le formule, quelle sono sempre a disposizione, la scienza le ha scritte, ma vanno provate per capirle veramente.
Finiamo con fenomeni e rapporti di scala, non necessariamente direttamente o inversamente proporzionali, ma legati alla tridimensionalità della realtà, così lontana dalla bidimensionalità della pagina scritta.
Che bello vedere “crescere” non linearmente la massa nei pesi della bilancia disposti in ordine!
Insomma, due ore mi sono passate veloci  e piacevoli, con tanti spunti ed idee per attività
da proporre ai bambini, nei nostri spazi ristretti, con i nostri materiali poveri; per qualcuna troverò sicuramente il tempo.
Anche questo è il bello della scienza: una volta che hai capito veramente come funziona, funziona sempre, basta provarla e farla provare.

docente di scuola primaria

Stefano De Santis

martedì 7 gennaio 2014

Comincia l'avventura...

Mi sembra già passato tanto tempo.... era il 4 Settembre del 2013 quando per la prima volta nel Collegio Docenti la D.S. Dott.ssa Angela Desideri invitava la Prof. Tiziana Biagiotti a presentare ai colleghi l'opportunità che veniva offerta dalla Regione Toscana con il Bando sui Laboratori del Sapere Scientifico.... quegli LSS che da allora hanno assunto un ruolo importante per il nostro Istituto.
Fin da subito il Collegio ha accolto come opportunità importante quella di partecipare ed è così che, dall'entusiasmo della professoressa Biagiotti, è nato il Progetto "Atelier della Scienza".


A novembre la conferma che eravamo fra gli istituti finanziati!!

Poi la notizia del "Diario di bordo" e lì l'idea.... Chi facesse un blog.
Era tanto che volevo sperimentare come forma di documentazione didattica un blog... ed eccoci qui!!!

Docente di scuola primaria
Lucia Lavuri